A Levada di Ponte di Piave, ad un incrocio sulla via Postumia, sorgeva un opificio dove venivano tagliati i tronchi d’albero che vi giungevano trasportati dalla corrente del fiume Piave, legati in grandi zattere e condotti dalle mitologiche figure degli zattieri. Al culmine del suo splendore, più di un secolo fa, gli alberi tagliati nel Cadore e nella Val Visdende arrivavano in tal numero che, a Levada, la prima piccola segheria fu ampliata, diventando un vero e proprio complesso industriale tra i più importanti della zona.
Successivamente, nel corso del ‘900, le condizioni del Piave cambiarono e sia l’uso della sua acqua per l’irrigazione, sia le dighe che venivano costruite una dopo l’altra lungo il suo corso, resero impraticabile l’antico commercio del legname.
Così l’opificio di Levada, con altre centinaia di stabilimenti simili, chiuse i battenti e, insieme all’avventuroso mestiere degli zattieri, finì dimenticato dalla storia.
Oggi, quell’antico opificio è risorto ed è nuovamente luogo di lavoro e di creazione, ma è anche luogo di memoria e, naturalmente, di ristoro.